L’energia al centro della transizione
L’energia al centro della transizione

L’energia al centro della transizione

Negli ultimi 170 anni, le attività umane hanno emesso grandi quantità di gas serra nell’atmosfera, portando a un innalzamento della temperatura globale di circa 1,1°C rispetto ai livelli preindustriali. In questo contesto, l’Unione Europea ha fissato un obiettivo ambizioso: diventare il primo continente al mondo a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Il pacchetto “Fit for 55”, approvato nel luglio 2021, prevede una riduzione del 55% delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030, un aumento della quota di energie rinnovabili nel mix energetico al 45% e un obiettivo di efficienza energetica pari al 36%.

Il settore energetico è cruciale per raggiungere questi obiettivi. Infatti, il comparto contribuisce per oltre il 73% delle emissioni globali di gas a effetto serra. Nel 2022, le emissioni derivate dalla produzione di energia elettrica sono aumentate del 1,3% rispetto al 2021, raggiungendo un livello record.

Il conflitto russo-ucraino ha ulteriormente aumentato le tensioni sui mercati energetici europei, con la progressiva riduzione delle forniture di gas dalla Russia e il divieto di approvvigionamento di carbone russo. Il prezzo del gas, che è tra le principali fonti di generazione di elettricità in Europa, ha raggiunto prezzi record, decuplicandosi rispetto alle quotazioni di inizio 2021 nel mese di agosto 2022. Nel frattempo, il divieto sull’importazione di carbone russo a partire dal 10 agosto 2022 ha causato un aumento dei prezzi, con il prezzo massimo raggiunto a settembre 2022 pari a €425/ton, rispetto ai €90/ton a inizi 2021 Tale embargo ha inoltre contribuito al riorientamento degli approvvigionamenti da altri Paesi esportatori come Stati Uniti, Australia e Indonesia, causando un innalzamento dei costi e dei tempi di trasporto.

Nel breve termine, il conflitto ha portato molti Stati europei, tra cui Francia, Germania, Austria, Olanda e Italia a una riapertura delle centrali a carbone dismesse e a una massimizzazione di produzione di elettricità di quelle esistenti per garantire il fabbisogno nazionale a fronte della mancanza di gas russo. La produzione di elettricità da carbone nell’UE è quindi aumentata del 6,7% (28 TWh), passando da 419 TWh nel 2021 a 447 TWh nel 2022 e spingendo la quota del carbone nel mix elettrico dell’UE ad aumentare dal 14,5% nel 2021 al 16% nel 2022.

In risposta ai guadagni finanziari delle aziende energetiche a seguito dell’aumento dei prezzi, gli Stati Membri hanno concordato un Contributo di Solidarietà temporaneo sugli extra profitti delle aziende nel settore energetico. In linea con questa decisione, in Italia, la legge di Bilancio 2023 ha previsto un ulteriore intervento fiscale rispetto a quello introdotto nel 2022 basato sull’applicazione dell’aliquota del 25% sull’incremento del saldo tra le operazioni IVA attive e passive, del periodo dal 1° ottobre 2021 al 30 aprile 2022 rispetto al periodo dal 1° ottobre 2020 al 30 aprile 2021.

La legge di bilancio 2023 ha infatti introdotto un contributo di solidarietà, da versare a giugno, pari al 50% dell’ammontare dell’imponibile fiscale relativo all’anno 2022, che ecceda per almeno il 10 per cento la media dei redditi complessivi conseguiti nei quattro anni precedenti. Nel lungo termine, la necessità di garantire l’approvvigionamento energetico e ridurre la dipendenza dalle importazioni di combustibili, ha portato l’UE a rafforzare le sue politiche di transizione verso l’energia pulita. Il piano REPowerEU, presentato a maggio 2022 si pone l’obiettivo di aumentare la resilienza del sistema attraverso l’efficienza energetica e la diversificazione degli approvvigionamenti. Con il supporto di investimenti da oltre €210 miliardi nei prossimi 5 anni, gli Stati Membri potranno aggiungere un capitolo ai piani di ripresa e resilienza (PNRR) nazionali per orientare gli investimenti verso le priorità REPowerEU.

In questo contesto, si stima che la quota di rinnovabili nel mix globale di produzione di energia elettrica aumenterà dal 29% al 35% tra il 2022 e il 2025. In Italia, il raggiungimento degli obiettivi di capacità rinnovabile europei richiederebbe l’installazione di circa 7 GW di impianti rinnovabili ogni anno, un compito molto difficile considerando che il tempo medio richiesto per le autorizzazioni e la realizzazione di tali impianti è stato calcolato essere di circa 8 anni, determinati principalmente da complessità burocratiche e opposizione di rappresentanti locali (sindrome NIMBY – Not In My Backyard, ovvero “sì, ma non nel mio cortile”).

Inoltre, l’utilizzo di energie rinnovabili non programmabili, a causa della loro natura intermittente e imprevedibile, rappresenta una sfida significativa per la gestione efficiente e sicura del sistema elettrico. Tali sfide rendono evidente come, per completare con successo la transizione energetica, l’Europa e l’Italia dovranno saper combinare le rinnovabili con fonti alternative e sistemi di supporto, come le batterie (Battery Energy Storage System – BESS) e il gas naturale – che si stima continuerà a giocare un ruolo strategico nel mix energetico europeo, arrivando a soddisfare circa il 30% del fabbisogno complessivo del Continente nei prossimi 20 anni.

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